XL
LG
MD
SM
XS

Alessandro, allievo Cavanis vince il Concorso estivo di scrittura

Si chiama Alessandro De Prà, è di Maser, frequenta la terza media A del Cavanis di Possagno ed ha vinto il Concorso di Scrittura Estivo, promosso dalla Libreria Massaro di Castelfranco Veneto. La competizione, nata alcuni mesi fa dalla proposta della prof. di Lettere Marida Porcellato, ha visto molti studenti veneti cimentarsi con un testo narrativo. Alessandro ha scelto di parlare di un profugo scappato da uno Stato centrafricano per fuggire alla guerra e alla fame, finito a lavorare per molte ore al giorno nelle piantagioni di pomodori pugliesi, dove viene sfruttato e maltrattato… “Oro rosso” si intitola il bel pezzo di Alessandro, a ricordo del colore dei pomodori che fanno fruttare guadagni inverosimili (“oro”) agli sfruttatori… Ma quel colore, il rosso, non è solo il colore dei pomodori, richiama anche al colore del sangue, dello sfruttamento, delle continue violenze a cui è sottoposto il protagonista (Gustave), chiamato a raccontare la sua vicenda dall’Africa all’Italia, in modo crudo e vivo. Il racconto, drammatico e realistico, di Alessandro De Prà ha convinto la giuria (di sei esperti) che l’hanno considerato meritevole di premio che consiste, oltre al diploma per Alessandro, in un libro in regalo al vincitore e a tutti i componenti della Terza Media A… In un tempo in cui si legge poco e si frequentano ancora meno le librerie e le biblioteche, ci sembra un premio molto intelligente e utile. Il Rettore, padre Giuseppe Francescon, e il Preside del Cavanis, prof. Ivo Cunial, si sono complimentati con Alessandro per il bel traguardo raggiunto.

L’ORO ROSSO DI GUSTAVE

Il furgone suonò il clacson tre volte, con i fari puntati sul portone di un vecchio capanno abbandonato.

La luce filtrava attraverso le fessure e lasciava intravvedere lo stato di degrado dell’interno.

Gustave si alzò, guardò con disgusto quel vecchio materasso ammuffito dove da alcuni mesi trascorreva le notti, e in tutta fretta si vestì.

Doveva sbrigarsi: al caporale non piaceva attendere; arrivava ogni mattino all’alba e “loro” dovevano farsi trovare pronti!

Non era solo, Gustave. Altri ragazzi come lui avevano lasciato la loro terra d’origine con tanti sogni da realizzare e la speranza di trovare qui un futuro migliore.

Ora condividevano quello squallido dormitorio e le estenuanti giornate di lavoro nei campi rossi.

Uscì in silenzio, Gustave, mentre l’uomo sceso dal mezzo li contava, uno ad uno.

Si sistemò nel solito angolo di quel vecchio furgone spogliato dei sedili per poter trasportare più di quante persone fosse destinato ad accogliere.

Cercò con lo sguardo l’unico contatto con l’esterno: il finestrino, l’unica evasione che poteva permettersi, l’unico modo per sognare un luogo migliore.

Un gesto deciso chiuse da fuori le due porte arrugginite del furgone e il mezzo partì.

Gustave osservava il sorgere del sole: lo stesso sole che risvegliava con i primi raggi la sua Africa e che qui, invece, dava inizio ogni giorno al suo calvario.

Pensò a mamma, e al giorno che la salutò fiducioso, mentre lei disperata gli ripeteva di non andare….
Mai avrebbe immaginato così il suo futuro.

Preso dai suoi pensieri, Gustave non si accorse che il furgone era oramai giunto a destinazione, in una delle piantagioni di pomodoro della campagna pugliese. Sentì come un pugno allo stomaco. L’idea di dover affrontare un’altra giornata sotto il sole rovente a raccogliere quegli ortaggi, rossi come il fuoco, gli faceva venire il voltastomaco. – Non ci pensare – si ripeté, e dopo un respiro profondo uscì dal furgone яндекс

Infinite casse vuote attendevano di essere riempite, ed egli sapeva bene come fare. Chinato sotto il sole rovente, Gustave iniziò la raccolta dell’oro rosso.

Estirpare la pianta era il primo passaggio, poi doveva batterla forte a terra, per far cadere i pomodori ed infine mettere gli ortaggi nella cassa.

Tutto questo doveva avvenire il più velocemente possibile.
Perché Gustave sapeva bene che in poco tempo i pomodori si sarebbero guastati e soprattutto perché lui veniva pagato in base a quanto raccoglieva: più raccoglieva, più sarebbe stato pagato.

Così doveva essere. Ma così non era.

Gustave lavorava in silenzio, il sudore gli rigava il viso.
Continuava a ripetersi – È solo questione di tempo. Arriverà la mia occasione ed io la afferrerò al volo -.

Cercava pensieri altri per non pensare.

Le ore nei campi erano interminabili ed il solo ed unico pasto era un pezzo di pane duro.
Non sarebbe potuto durare ancora per molto, di questo ne era certo.

Ad un tratto si fermò. Sì guardò attorno. – E’ così che immaginavi il tuo futuro? – si domandò ripetutamente…

-No!- Fu la sua secca risposta.

E tutto gli sembrò subito più chiaro.

Doveva cercarla la sua occasione, non aspettarla.

Lì di certo non sarebbe passata. Riprese a raccogliere quei rossi e succosi ortaggi, riponendoli nella cassa con tutta calma.

Terminò la sua giornata di lavoro quando il sole stava tramontando.

Giurò a se stesso che sarebbe stata l’ultima.

(con questo testo Alessandro De Prà, di Maser (TV), 13 anni, allievo della terza Media A del Cavanis di Possagno ha vinto il Concorso Estivo di Scrittura 2019 promosso dalla Massaro Libri di Castelfranco Veneto.

Primo Open Day dell'anno: ti aspettiamo!
Ti invitiamo a scoprire la nostra scuola in un'atmosfera speciale, ...
Info »