La scuola del coraggio e del futuro
Il Cavanis (come tutto il Veneto) ha riaperto la scuola lo scorso 10 gennaio, anche se in molti dicevano che sarebbe stato meglio far stare a casa gli studenti per evitare una marea di contagi. E invece la scuola è rimasta aperta. C’è voluta una buona dose di Coraggio ma ce l’abbiamo fatta: qualche caso di contagio c’è stato ma non c’è stato lo tsunami che si temeva. In più, al Cavanis è cominciata l’attività sperimentale dell’ “Ingegnere Umanista”, un progetto unico nel suo genere che c’è solo da noi. Dal 10 al 14 gennaio, per una settimana intera (40 ore di lavoro, dalle 8 della mattina alle 5 del pomeriggio), un centinaio di ragazzi delle superiori sono stati accompagnati dai loro docenti e da diversi esperti esterni ad affrontare un modo nuovo di fare scuola, dove le normali materie sono state sospese per lasciare il posto a unità didattiche di apprendimento su saperi innovativi e sperimentali: dalle tecniche di riciclaggio spinto alla neurorobotica, dalla digitalizzazione dei musei alle potenzialità e rischi dei social network. E’ stata una scuola delle competenze e della cittadinanza attiva, ricca di incontri, dibattiti, ricerca, laboratori. Perché al Cavanis non si fa scuola e basta: al Cavanis ogni studente è accompagnato a costruire il suo percorso di vita, percorrendo vie di apprendimento a volte inesplorate e altre innovative. Il sondaggio svolto tra gli studenti alla fine della settimana dell’Ingegnere Umanista rivela l’alto gradimento dei ragazzi per questo tipo di attività didattiche pur nella densità dei contenuti appresi, la pesantezza di otto ore giornaliere e la rigorosità delle griglie valutative.