Cinque mesi in Canada: come ho scoperto una nuova me stessa dall’altra parte del mondo
di Giovanna Dal Bello
Ripercorrere la mia esperienza in Canada è stato da una parte malinconico e nostalgico, ma dall’altra mi ha fatto comprendere quali sono stati i momenti più importanti per la mia maturazione e quali sono i miei ricordi più preziosi.
Ciò che mi ha lasciato questo exchange semester è qualcosa di impagabile e meraviglioso.
Sono stati cinque mesi intensi, durante i quali ho conosciuto persone provenienti da tutto il mondo, mi sono adattata ad abitudini diverse e ho affrontato situazioni in cui non mi sarei mai immaginata di trovarmi, uscendone a testa alta e rivelando quella parte di me forte e positiva che vede i problemi come un’occasione di crescita.
Mentirei se dicessi che è stato tutto “rosa e fiori” e che non ci sono stati momenti in cui mi sentivo sola, non capita o avrei voluto tornare a casa, ma ciò che mi ha aiutato è stato cambiare mindset e renderlo più flessibile e pronto ad affrontare le avversità quotidiane.
Ho capito che il mondo là fuori è molto più vasto di quanto mi immaginassi e che le persone che veramente ti amano staranno sempre al tuo fianco, anche a 9.000 km di distanza.
Certo, prendere un aereo a 17 anni per andare dall’altra parte del mondo e iniziare una nuova vita da zero può far paura, ma la voglia di scoprirlo e la curiosità di conoscere posti lontani sono i motivi che ti spingono a lasciare casa e andare a vivere il tuo sogno.
Fin da piccola sognavo di fare quest’avventura e, quando finalmente mi è arrivata la chiamata dall’agenzia, nella quale mi annunciavano che una famiglia mi aveva scelta, ho realizzato che nel giro di una settimana sarei stata dall’altra parte del mondo. Non avevo paura, anzi, ero felice, perché sapevo che sarei partita da sola per realizzare ciò che avevo sempre sognato.
Appena ho messo piede su quell’aereo, l’unica cosa che volevo era lasciare indietro le mie paure e insicurezze, per ritrovare un po’ la me stessa che nel tempo era “sparita”.
Ero anche consapevole del fatto che, ovunque andassi, quelle paure mi avrebbero seguita, ma avevo finalmente la possibilità di dimostrare a me stessa che c’era un modo per affrontarle senza lasciarsi trascinare giù.
Molti exchange students partono per scappare dai propri problemi e dalle situazioni tossiche che ti ancorano al passato e in parte è stata anche la ragione per cui io ho deciso di andare all’estero.
Stando in un contesto con persone genuine, che avevano le mie stesse paure, che condividevano il mio stesso obiettivo e che volevano migliorarsi a vicenda senza invidie, ho realizzato che non era servito a niente “scappare”, perché la vita, ovunque andassi, mi riproponeva le stesse situazioni per trovare un nuovo modo di affrontarle.
Ho rivisto questo parallelismo in molti campi della mia esperienza: amicizia, vita personale e relazioni interpersonali.
Ad esempio, se in Italia ho avuto alcune esperienze tossiche a livello di amicizie, in Canada ho imparato a selezionare le persone.
Se a livello amoroso scappavo e non affrontavo i miei sentimenti, in Canada ho imparato a rimanere per chi ne vale la pena, a lottare per quella persona, ma allo stesso tempo a darle la giusta importanza.
Potessi tornare indietro, rifarei tutto da capo. Sono fiera di me per essere partita.
Ho avuto la possibilità di conoscere meglio me stessa, ho imparato a stare da sola facendo i conti sia con le emozioni positive, sia con quelle negative.
È scontato dire che consiglio con tutto il mio cuore di fare questo tipo di esperienza, perché non ti porta solo un arricchimento linguistico e culturale, ma anche un bagaglio personale incredibile che ti fa crescere e maturare.
Ho potuto scoprire realtà diverse, punti di vista nuovi e valori importanti.
Mi sembra sia passata una vita da quando ero a Vancouver con il mio gruppo di amici e, guardando il bellissimo paesaggio canadese, parlavamo dei nostri sogni, dei piani per il futuro con la speranza e il desiderio di ritrovarci un giorno.
A volte ci ripenso e dico: “Ma sai, se non fossi partita, chissà quante cose avrei perso, chissà se adesso sarei la stessa persona di mesi fa.”
Per questo motivo dico: vai, c’è sempre un volo di ritorno, ma non bisogna precludersi di fare quest’avventura per paura di partire o di tornare.
Sono cambiate molte cose di me: ho imparato ad essere più comunicativa e chiara con i miei desideri, ed essere meno impulsiva con le mie azioni.
Inoltre, ho realizzato che molte cose che di me credevo fossero difetti evidenti agli occhi degli altri, in realtà esistevano solamente se io stessa ci davo importanza.
Ovviamente devo ancora migliorare molte cose di me, però riconosco che adesso più che mai ho una nuova concezione della persona che sono.
Quest’esperienza la porterò sempre nel mio cuore: ho lasciato un pezzo di me nelle persone che ho incontrato e nei posti che ho visitato.
Sento di essere rinata e di avere una seconda casa dall’altra parte del mondo.
Sicuramente questa avventura è per coloro che hanno la forza di uscire dal proprio “porto sicuro”, la voglia di conoscere il mondo e il coraggio di ricominciare da capo.
