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Il Cavanis, dalle emergenze alle soluzioni

Il ritorno degli esami di Maturità alle modalità pre pandemiche ha sancito la fine dell’emergenza sanitaria della scuola italiana che, dal febbraio 2020, ha vissuto due lockdown e due lunghi periodi di sospensione delle normali lezioni in presenza con l’attivazione della dad (didattica a distanza). Guardando a ritroso le risposte che la nostra scuola ha saputo dare immediatamente all’emergenza, possiamo dire di essere giustamente orgogliosi di come abbiamo saputo dare continuità ai servizi educativi grazie alla piattaforma google workspace (attiva nella nostra scuola già da un decennio), quando altre scuola del territorio faticavano a riorganizzarsi e impiegarono settimane prima di poter garantire il minimo delle lezioni. E’ bene ricordare quel che è successo in quei giorni convulsi: il 23 febbraio 2020 (ultima domenica di carnevale), il Governo italiano emanava il primo dpcm (il decreto di zona rossa per i comuni del Lodigiano e di Vo’ Euganeo); ma dopo pochi giorni si venne a sapere che l’epidemia era ormai diffusa in modo esponenziale in tutto il nord Italia: il 26 febbraio terminavano le vacanze di carnevale e ormai si parlava di chiudere le scuole, i negozi, i musei…. Il Cavanis prendeva atto con velocità (e anche con un po’ di comprensibile apprensione) della situazione che stava precipitando: già il giorno 27 alcuni corsi delle nostre superiori cominciavano a fornire lezioni on line attraverso google meet (con più del 90% di partecipazione studentesca da remoto), attivando i mezzi a disposizione per cui i docenti nel settembre precedente avevano ricevuto la dovuta formazione interna. Il primo marzo, uscì il nuovo Dpcm del Governo in cui si diceva che l’epidemia avanzava senza sosta, che molti ospedali erano già vicini al collasso e i decessi aumentavano in modo esponenziale. Emilia Romagna, Lombardia e Veneto e le province di Pesaro e Urbino e di Savona diventavano zone rosse, con lo stop di scuola e università, divieto di pubblico negli eventi sportivi e le prime raccomandazioni per favorire il lavoro da remoto. Gli studenti di molte scuole venete restavano a casa e si interrompevano le lezioni (per diverse settimane) nella solitudine totale e nel blocco formativo più desolante. Rara eccezione, il Cavanis di Possagno seppe convertire la scuola in presenza nella scuola digitale che prevedeva non solo l’attivazione delle lezioni on line ma anche, attraverso classroom, la gestione documentale dei servizi educativi, la fornitura dei compiti e la correzione delle verifiche attraverso piattaforma, l’ampio utilizzo di google drive e, soprattutto, l’accompagnamento alla didattica digitale agli studenti più in difficoltà attraverso istruzioni tecniche, contatti mail, chat, video tutorial. Agli studenti che non avevano modo di usare un computer da casa perché sprovvisti o perché in uso ad altri famigliari, il Cavanis distribuiva in comodato d’uso gratuito dei tablet perché potessero seguire le lezioni.

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