Le medie Cavanis si misurano col cyberbullismo
In questi ultimi anni la scuola conosce il fenomeno del bullismo, una forma violenta di relazione tra ragazzi in cui il bullo se la prende con le persone che sembrano (e sono) più deboli o meno capaci di stare al passo con gli altri (disabili, fragili, malati, stranieri, silenziosi, deboli ecc). Il bullismo si manifesta con prove di forza, spintoni, umiliazioni, intimidazioni, isolamenti forzati, sudditanza psicologica, scherno, offese sia psicologiche che fisiche. E non si limita all’aggressione in presenza: il bullismo si allarga anche attraverso i device diffondendo offese via social e chat, producendo scherzi attraverso il telefono, diffondendo e condividendo video e foto umilianti e violenti per accrescere ancora di più l’umiliazione della vittima. Il bullismo, a differenza del vandalismo e del teppismo, non è una violenza rivolta verso una istituzione ma è invece rivolta spesso verso un singolo individuo che viene impaurito, costretto a sentirsi “preda”, sottomesso al bullo senza reazione alcuna. La vittima infatti spesso non si confida con nessuno, interiorizza le vessazioni, piange in silenzio, comincia ad avere sonno notturno inquieto, elabora una strategia di sudditanza sociale per poter sopravvivere, fino a desiderare la sparizione con desideri di annientamento anche pericolosi. Lo scorso 28 gennaio, dalle 9:00 alle 11:00, i ragazzi e ragazze delle seconde e terze medie hanno incontrato in collegamento on line l’Assistente Capo della Polizia Postale di Venezia, Luca Guerrieri, per parlare di sicurezza online, di bullismo e di cyberbullismo per capire quali abitudini distorte si innescano spesso nelle relazioni tra pari tali da trasformare pericolosamente i valori dell’amicizia e della collaborazione in violenza e isolamento. L’incontro, seguitissimo dai nostri allievi, è stato programmato dalla scuola nell’ambito dell’educazione civica, per la promozione dei valori di cittadinanza.