L’ex allievo Cavanis Manuel Frigo va alle olimpiadi di Tokyo
Ha rappresentato l’Italia ai mondiali di Gwangju 2019, dove ha stabilito il primato nazionale nella staffetta 4×100 stile libero, e adesso parte per le olimpiadi di Tokyo (dal 24 luglio all’8 agosto prossimi) con la squadra nazionale della Federnuoto (composta da 66 atleti, di cui 36 nuotatori, 3 fondisti, 9 sincronette, 6 tuffatori e 13 pallanotisti): si tratta di Manuel Frigo (della Fiamme Oro / Team Veneto), ex allievo del Cavanis di Possagno diplomato nel 2017 al nostro Istituto Tecnico Tecnologico. A Manuel, che ha ottenuto il bronzo nella 4×100 agli Europei di Nuoto di Budapest del 2020, il direttore del Cavanis, padre Diego Spadotto, e il preside della scuola, prof. Ivo Cunial, hanno rivolto un fragoroso in bocca al lupo.

SINCERAMENTE NON MI RENDO ANCORA CONTO CHE DEVO ANDARE ALLE OLIMPIADI!
Intervista al nuotatore Manuel Frigo, ex allievo Cavanis, convocato per le Olimpiadi di Tokyo – 7 luglio 2021
Ciao, Manuel, come va?
Bene, prof. Sto bene. Voi a Possagno, tutto bene?
Al Cavanis tutto bene: la ricordi ancora la tua scuola?
Come potrei non ricordarla, prof: il Cavanis mi ha accompagnato, mi ha seguito, mi ha portato alla maturità…
Cosa ti resta di quel periodo delle superiori passato tra noi?
Mi restano i compagni di classe, un gruppo molto bello, molto unito. Poi gli insegnanti, la Porcellato che mi faceva Italiano, la Tonin di Matematica, Michelotto di Meccanica, Morellato e Da Riva che mi facevano inglese…
Chi ti faceva Tecnologia?
La Ciet, invece Tondi mi faceva Sistemi… Ah, poi c’era Bernardi che mi faceva educazione fisica e l’ultimo anno ho avuto Fabio Moro.
Vedi ancora i tuoi ex compagni di classe?
Ogni tanto vedo qualcuno, sono rimasto in amicizia con Nichele e Piva… Anche se essendo spesso a Roma, torno poco in zona (Manuel abita a Castion di Loria, in provincia di Treviso; ndr) e quindi i legami necessariamente si fanno più radi, ma ricordo tutti.
Hai avuto particolari difficoltà al Cavanis a conciliare lo studio con la tua attività sportiva?
Non è stata facile la mia esperienza alle superiori: allenamenti prestissimo la mattina, poi subito a lezione e poi pomeriggio ancora piscina e studio quel che si poteva. No non ho avuto difficoltà lì da voi: il Cavanis mi ha aiutato, gli insegnanti mi seguivano, mi aiutavano con i compiti, capivano quando entravo in ritardo a scuola. Sacrifici tanti, però. Ma tanti davvero. Non potevo uscire con gli amici, non potevo fare la vita di un ragazzo della mia età. Ma sapevo che volevo fare questo, volevo allenarmi, fare gare…
E i sacrifici ti hanno ripagato con la partecipazione all’olimpiade…
Sinceramente, ti dico che non ho ancora capito che devo andare a Tokyo… Sono felice, certo, ma andare alle olimpiadi era una cosa che ho sempre visto come irraggiungibile. Eppure è stata fin da piccolo una cosa che volevo tanto. Insomma, non so spiegarmi: andare a Tokyo per me è una cosa incredibile che si è realizzata…
Come vivi questi giorni di preparazione in vista delle competizioni?
Sono qui a Roma (Ostia) con gli altri atleti e con lo staff: è un ambiente senza rivalità umane ma tra noi maschi c’è una forte competizione quando siamo in vasca. E’ un bell’ambiente questo dove sono, stimolante.
Qual è il tuo punto di forza, Manuel?
Io lo so che non sono dotato di natura: so che i risultati mi arrivano solo se faccio affidamento sul lavoro, sull’allenamento. Allenarmi, a testa bassa e con umiltà. Io voglio allenarmi bene. Ho imparato in questi ultimi, lunghissimi, due anni di attività e di gare ad allenarmi bene. E’ l’allenamento il mio punto di forza.
Quando partirete per Tokyo?
Partiamo il 12 luglio. Nei primi giorni andremo ad alloggiare in una cittadina poco fuori Tokyo, per acclimatarsi e per la preparazione tecnica. Poi il 22 entreremo nel Villaggio olimpico…
Le gare? Quando saranno le gare? Te lo chiedo perché qui al Cavanis ti seguiremo…
Grazie, sì, lo so che mi seguirete: la mia gara della staffetta 4×100 stile libero è calendarizzata per il 25 luglio, pomeriggio del 25. La finale (se ci saremo…) il 26, il giorno dopo.
Avete buone prospettive di piazzarvi in buona posizione?
Ce la giochiamo… Beh, lo sanno tutti che gli Stati uniti sono inarrivabili, anche i Russi sono forti ma dopo ci siamo noi europei… Non si può dire, perché lo sai che in vasca può capitare di tutto…
Senti, Manuel: è vero che è stata tua mamma a spingerti perché tu facessi nuoto?
A spingermi? A obbligarmi! Io da piccolo, come tutti i ragazzini volevo fare calcio… Mia mamma mi ha detto che prima del calcio dovevo fare nuoto, fare allenamenti, fare qualche risultato in vasca… E da allora sono nuotatore.
Nuotatore olimpico: non mi pare ti sia andata male!
E’ vero, oggi posso dire che sono contento di aver fatto nuoto. Prima come dilettante, poi nella squadra agonistica, nel Team Veneto e nelle Fiamme Oro… fino alle competizioni nazionali e adesso, adesso … si va a Tokyo.
Cosa ti ha insegnato questo sport?
Il nuoto non lo devi fare come un lavoro, deve prevalere la passione. Poi certo, devi avere la tenacia del sacrificio e la volontà di raggiungere l’obiettivo…
Ti sento bello carico, Manuel.
Grazie, prof.
In bocca al lupo!
Crepi!