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OGNUNO COL SUO PENTOLINO

Il 3 dicembre è stata la giornata mondiale dedicata alle Persone con disabilità: la classe prima media del Cavanis di Possagno, con l’insegnante Zarpellon ha affrontato questo tema, tanto delicato quanto importante, con l’aiuto dell’albo illustrato “Il pentolino di Antonino”. Si tratta di una storia semplice che parla di resilienza, difficoltà e inclusione, scritta da Isabelle Carrier: Antonino trascina sempre con sé il suo pentolino, ha molti talenti per i quali usa questo strumento che però diventa anche un ostacolo. Il pentolino si incastra ovunque, lo rende più lento, è notato dalle persone che lo reputano strano… Quando non ce la fa, Antonino si arrabbia moltissimo, piange, ricorre alle maniere forti, dice le parolacce e ovviamente viene sgridato. Sembra più facile nascondersi, mettere davanti a tutto il proprio pentolino come uno scudo, fino a quando non arriva nella storia un nuovo personaggio (che non ha nome) per mostrargli come convivere con il suo pentolino, sfruttandone i punti forti, aiutandolo ad esprimersi. Questa persona speciale regala al protagonista anche un sacchettino dove inserire il pentolino: questo non si separa da lui e anzi diventa più discreto e gestibile. Con un cuscino comodo su cui sedersi, gli occhi sgranati a cogliere i dettagli dei disegni, i ragazzi di prima hanno ascoltato (nella biblioteca della scuola) questa storia bellissima e hanno riflettuto sul tema della disabilità con domande personali e momenti di confronto. Pensandoci bene, essi hanno constatato che ognuno di noi ha un pentolino, lo hanno scritto su un foglietto e lo hanno metaforicamente buttato in un cestino… Ritornati in classe hanno preparato l’alfabeto dell’inclusione: una lettera a testa per trovare una parola o un’espressione che sia importante per non far sentire nessuno escluso. Il frutto di questo lavoro spicca colorato sui muri bianchi del corridoio al primo piano del nostro Istituto. Il 5 dicembre, al ritorno in aula, con grande sorpresa dei ragazzi, sulla lavagna era disegnato un pentolino che conteneva tutte le difficoltà indicate da loro: c’è stato un momento profondo di confronto in cui anche gli insegnanti Guglielmin e Zarpellon hanno illustrato i propri pentolini, prendendo spunto dalle indicazioni dei ragazzi. Gli alunni hanno quindi ascoltato la storia di Leonardo da Vinci, una delle menti più brillanti della storia dell’Umanità, che con tutta probabilità aveva qualche difficoltà a leggere, scrivere e contare: no, non era analfabeta (come qualcuno ha suggerito), ma dislessico. Come lui altri grandi geni hanno avuto difficoltà: Beethoven diventò sordo, Bonaparte era alto quanto un tappo, Einstein aveva un bruttissimo voto in matematica… Portare gli occhiali, essere troppo bassi di statura o troppo magri, aver paura del giudizio altrui, balbettare, essere eccessivamente emotivi possono rappresentare i nostri pentolini. Poi, proprio come Antonino, i ragazzi hanno costruito un sacchettino protettivo con i post it sui quali hanno scritto il loro modo di gestire le difficoltà: esse non identificano una persona, pur essendone parte. A volte il modo per gestire il pentolino non si vede, altre volte invece sì: è la calcolatrice durante la verifica di matematica, è lo schiocco delle dita per dettare il ritmo delle parole, è il respiro profondo per placar e l’ansia… Ognuno di noi ha il suo pentolino, ognuno di noi ha il suo sacchettino: ci siamo accorti che in prima media abbiamo un intero set di pentole! A noi non spetta giudicare, ma comprendere. Dopo questa attività sembrerà più facile.

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