Ottobre, mese missionario
Cari amici e collaboratori della missione Cavanis, si avvicina il mese di ottobre, mese missionario. E noi dobbiamo rispondere “presente!” o come dice Papa Francesco nel messaggio per la giornata missionaria “Ecco, invia me”.
La pandemia ha rivelato quanto fragile è il nostro mondo, quanto in questi anni abbiamo ferito la casa comune nella quale abitiamo, ne sono testimonianza i cambiamenti climatici che attraversano il pianeta; quanto la disuguaglianza ferisce molti e genera conflitti che a loro volta determinano ingenti spostamenti di persone, secondo i dati dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati quasi 80 milioni di persone sono costrette a lasciare la loro casa perché non è più un luogo sicuro; o ancora quanto la cultura dello scarto si sia sempre più fatta spazio nel nostro vivere quotidiano colpendo soprattutto le persone più fragili, più vulnerabili. Solo nei Paesi industrializzati vengono buttate 222 milioni di tonnellate di cibo ogni anno: una quantità che sarebbe sufficiente a sfamare l’intera popolazione dell’Africa Sub Sahariana.
Durante il lockdown a causa della pandemia abbiamo pensato di ripartire, una volta finita l’emergenza sanitaria, con la volontà di costruire un mondo più umano, più fraterno mettendo al centro della nostra attenzione la persona. Purtroppo più passa il tempo più sembra che l’unico modo per ripartire sia tornare al prima della pandemia, a quella società del consumo in cui della globalizzazione molti subiscono solo effetti negativi. In realtà come ci ha ricordato sempre Papa Francesco, peggio di questa crisi c’è solo il dramma di sprecarla perdendo l’occasione. Abbiamo bisogno tutti di una conversione vera, effettiva ed efficace. Occorre ripartire con la consapevolezza che il nostro mondo malato e diviso in tanti particolarismi si cura con il cammino della fratellanza.
Ringraziamo il Signore per il dono della vita, per quello che abbiamo e siamo e la maniera migliore per ringraziare il Signore è guardare a chi è meno fortunato di noi, a chi soffre perché l’antidoto alla indifferenza è la solidarietà e la compassione.
“Siamo tutti sulla stessa barca” dice Papa Francesco. Intensifichiamo la preghiera durante il mese missionario per riscoprire la dimensione missionaria della nostra vita cristiana. Impariamo a vivere con sobrietà per ringraziare il Signore dei molti benefici ricevuti e per condividere con chi ha bisogno.
Progetti per il mese missionario di ottobre 2020:
1) Sensibilizziamo la gente a rispetto della realtà di Cabo Delgato in Mozambico e soprattutto di Macomia dove i nostri missionari hanno dovuto abbandonare la città per causa dei ribelli. Vogliamo in segno di solidarietà aiutarli a preparare il loro ritorno alla missione e aiutare tanta gente che in questi mesi ha perso tutto perché dove i ribelli sono passati hanno seminato morte e incendiato interi villaggi.
2) Accompagniamo lo sviluppo della Delegazione del Congo che si dimostra generosa in vocazioni. Per collaborare con la chiesa locale sarà assunta una parrocchia dove i nostri religiosi potranno svolgere attività pastorale dando priorità alla evangelizzazione e all’educazione secondo il nostro carisma. Naturalmente nella formazione di una nuova parrocchia si fanno necessari anche ricorsi econimici.
3) Il Signore ci benedice con la presenza di Religiosi Cavanis che vengono dal Vietnam. Cominciamo a pensare che nel futuro non lontano anche la nostra Congregazione potrebbe piantare le tende in quella nazione promettente di buone vocazioni.
Intensifichiamo le nostre preghiere e sollecitiamo la carità dei buoni perché questi progetti non restino soltanto sogni o desideri di qualcuno, ma con il tempo si trasformino in realtà.
Durante il mese di ottobre quest’anno vivremo alcuni giorni importanti con la Chiesa. Oltre alla giornata mondiale della missione che celebreremo il 18 ottobre, avremo altre due date importanti da vivere e propagandare: il 3 ottobre quando Papa Francesco ad Assisi firmerà la sua enciclica sulla fraternità e l’amicizia sociale dal titolo: “Fratelli Tutti” e il 10 ottobre quando al Santuario della Spoliazione ad Assisi sarà proclamato beato il ragazzo Carlo Acutis. Papa Francesco, nella sua lettera Christus vivit rivolta a tutti i giovani del mondo, lo ha presentato come modello di santità giovanile nell’era digitale” proposto come patrono di internet , una tecnologia comunicativa per la quale Carlo aveva uno speciale talento. Noti alcuni i suoi “slogan”: “Non io ma Dio”, “Tutti nasciamo originali, molti muoiono fotocopie”. “L’Eucaristia è la mia autostrada per il cielo”. Carlo sta già attirando migliaia di giovani e devoti da tutto il mondo. Possa la sua beatificazione diventare un punto di riferimento e un incoraggiamento alla santità. Essa è vocazione per tutti, anche per i giovani”. Inoltre il giorno 11 ottobre celebreremo il “dies natalis” (il giorno della sua nascita al cielo) di P. Marco Cavanis il grande missionario della nostra nascente Congregazione che ha peregrinato in Italia e in Austria in cerca di vocazioni e di aiuti economici.
Fin d’ora ringrazio e chiedo la benedizione del Signore su tutti coloro che vorranno impegnarsi a vivere la missione con interesse e con gesti concreti di solidarietà.
Da Venezia, Padre Piero Fietta – Procura delle Missioni