Perché la scuola è importante
La scuola è importante per un bambino, una ragazza, un giovane: la scuola serve a dare le istruzioni di base sulla lingua (leggere e scrivere) e sulla matematica applicata alla scienza e alla logica. Ma non basta: la scuola deve anche saper essere un’alleata della famiglia e del contesto sociale in cui opera: un allievo, infatti, quando viene preso in carico dalla scuola, non è un individuo senza relazioni. Se fosse senza relazioni, un allievo sarebbe velocemente “riempito” di nozioni linguistiche e matematiche, come si fa con il vino nella botte. Ma un ragazzo in età della scuola ha già ricevuto una prima educazione familiare, ha già l’imprinting della convivenza civica, vive già relazioni amicali con i suoi pari… La scuola, quindi, non è sola. E non farebbe niente da sola. Né servirebbero le nozioni linguistiche e matematiche se non ci fossero altre “educazioni”. Perché un bambino nasca bastano due genitori. Ma perché un bambino diventi adulto libero e consapevole occorre tutto il villaggio – dice un proverbio africano – occorre cioè una sinergia straordinaria di famiglia, scuola, parrocchia, associazioni sportive, amministrazione comunale… I fatti quotidiani di cronaca violenta che vedono protagonisti dei minori, ci fanno intuire che alcuni ragazzi vivono in ambienti “sporchi”, in famiglie “povere”, in comuni “lontani”, in scuole “deboli”… Il Cavanis è una scuola che ha la fama di dare una buona formazione di base ai suoi studenti. Ma non si accontenta di questo: il nostro Istituto ha la pretesa di lavorare con le famiglie per condividere un medesimo progetto educativo e ha la forza per lavorare con le altre agenzie formative del territorio per creare un contesto educativo “largo” in cui far crescere i ragazzi nel rispetto, nell’attenzione, nella cura, nella relazione, nella positività. Ma anche nel riconoscimento dell’errore, nell’umiltà della ricerca, nella gestione delle conseguenze, nell’elaborazione dei criteri di scelta, nell’apprezzamento della fatica… Quando un giovane non ancora diciottenne arriva davanti al magistrato dopo aver commesso un reato, lo Stato, la famiglia, la parrocchia… hanno già perso la partita di quella vita.