Fare scuola, oggi, al Cavanis
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L’educazione si basa sulla fiducia nell’altro, nello studente, e sulla speranza di frutto. Un educatore crede che in ogni ragazzo ci sia qualcosa di buono, un potenziale positivo in grado di lasciare un segno sulla realtà. L’educatore è uno che scuote dal torpore, che risveglia quel bene perché si trasformi in impegno, in azione. Per fare ciò è necessario mettersi in gioco, entrare davvero in relazione coi ragazzi che ci troviamo di fronte. Se si pensa di insegnare solo da dietro la cattedra, in modo asettico e neutrale, si è fuori strada. Per questo i padri Fondatori Cavanis ripetevano che «prima occorre essere educatori del cuore e dopo maestri». Senza relazione profonda, senza empatia e affetto, nessun cammino educativo può davvero partire: ogni bambino, quando impara a camminare, cade. L’educatore che giudica la caduta blocca la ricerca e annulla gli sforzi gioiosi verso un passo sicuro. Nella foto (archivio storico Cavanis Possagno), costruzione del Liceo Calasanzio, 1949.