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Gli scrutini del virus, tra PAI e PIA

Sono usciti gli esiti di fine anno per gli studenti italiani, dalla Primaria alle Superiori. Come succede ogni anno scolastico, anche in questo (anzi: soprattutto in questo) ci sono stati dei contenuti che la scuola non è riuscita a svolgere per effetto della clausura sanitaria e per la difficoltà a svolgere alcuni contenuti da remoto. Poi ci sono anche, come ogni anno ci sono stati, quegli studenti che non sono riusciti ad avere risultati positivi in tutte le materie e in tutti i compiti. L’Ordinanza ministeriale del 16 maggio scorso prevede che le scuole attivino, piani di apprendimento individualizzati (PAI) solo per gli studenti che non hanno conseguito alcuni obiettivi di apprendimento (i vecchi debiti per intenderci) e piani di integrazione degli apprendimenti (PIA) che valgono per tutta la classe e che riguardano gli obiettivi di apprendimento non svolti a causa della forzata chiusura delle scuole. La valutazione degli alunni è avvenuta sulla base dell’attività didattica effettivamente svolta durante tutto l’anno scolastico, quindi sia quella svolta in presenza sia quella a distanza. Gli alunni sono stati ammessi alla classe successiva anche con votazioni tutte inferiori a 6 decimi, anche con insufficienze gravi e gravissime, in deroga sia al regime dei debiti formativi che a quello della frequenza di almeno tre quarti dell’orario curricolare. Per questa ragione, in fase di scrutinio scompare la dicitura “giudizio sospeso”, anche in presenza di valutazioni al di sotto del 6. Alla ripresa delle attività didattiche, alla fine dell’estate prossima, il Ministero preciserà quali azioni didattiche e formative le scuole dovranno fare sia per recuperare le lacune dei singoli studenti sia per recuperare le parti di programma che non si sono potute svolgere per oggettiva impossibilità durante l’emergenza sanitaria.

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