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La Segre, in streaming, al Cavanis

Lo scorso 20 gennaio, sono cominciate al Cavanis le attività per la Giornata della Memoria 2020: la nostra prof. Marida Porcellato (Lettere) ha voluto dare ai ragazzi di terza media la possibilità di assistere in streaming alla conferenza che Liliana Segre ha tenuto di fronte a duemila alunni al teatro degli Arcimboldi di Milano. Siamo convinti che la parola chiave di questa esperienza sia stata il silenzio tombale, così sono stati i ragazzi di fronte alle parole della senatrice Segre. Le sue parole hanno avuto la forza dell’evocazione di un anno passato nel lager, hanno richiamato l’anelito alla vita che la piccola Segre ha provato durante l’esperienza drammatica del campo.
Il lager ha segnato per lei il passaggio da bambina a donna consapevole di un’unica cosa, voler vivere, come “lupa affamata” di vita.
La senatrice ha dato ai nostri ragazzi molti spunti a cui pensare e ha lasciato ai ragazzi la traccia per individuare a quale livello di cattiveria ognuno di noi può arrivare, anche quando assistiamo ad episodi di bullismo, quando non interveniamo e diciamo “io non ci sto” o “non ne voglio sapere” o “non mi interessa” o “non sono fatti miei”. L’uomo, in determinate situazioni estreme e disperate, può perdere la propria umanità e perdersi.
Liliana Segre ha ricordato, urlato, ripetuto il nome di Janine, la sua giovane compagna di lager, operaia addetta alla macchina che tagliava l’acciaio: quando è stata mandata alle camere a gas lei, Liliana Segre, impaurita e abbrutita, non l’ha neanche degnata di uno sguardo.
Liliana Segre ha ammesso di aver odiato nel lager i ragazzini che seguivano la fila di ragazze nel tragitto dalla baracca alla fabbrica e le insultavano, le maltrattavano…
Li ha odiati anche per molto tempo dopo la liberazione dal campo di lavoro… Fino a quando compì 60 anni: solo allora si è accorta di non odiare più nessuno ed è stato in quel momento che ha voluto iniziare a raccontare la propria storia.
Perché finché si odia si è prigionieri del male.
Liliana Segre ha fatto notare come i ragazzi siano forti, coraggiosi… Non sono come li descrivono gli adulti che li considerano deboli, da proteggere e da custodire. Sono forti perchè sono in grado di affrontare le avversità…basta solo consentire a loro di farlo. E c’è oggi un gran bisogno del coraggio dei ragazzi per allontanare l’odio e la paura e la violenza dalle nostre esistenze.

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