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La storia di Julian Ross, al Cavanis

Nel mondo del calcio, la maglia numero 14 non è un numero come gli altri: non avendo uno specifico ruolo nella divisione classica dei numeri dall’1 all’11, la maglia 14 era una delle maglie indossate dalle riserve della squadra, di solito da giocatori che ricoprivano il ruolo di centrocampista. Molto più di altri numeri, però, il 14 ha avuto un’enorme fortuna da quando, negli anni Settanta, è stato indossato da uno dei calciatori più forti di tutti i tempi, l’olandese Johan Cruijff (“il profeta del gol”). Ma non solo: anche Marco Tardelli (“l’urlo più famoso d’Italia”) portava la maglia n. 14, così come Thierry Henry, la “macchina perfetta” che ha portato il 14 per otto straordinarie stagioni all’Arsenal, oppure Javier Mascherano il “piccolo capo” che ha indossato il 14 per otto indimenticabili annate al Barcellona… E poi c’è un altro numero 14, memorabile per tutti gli amanti del genere manga: si tratta di Jun Misugi (in Italia noto come Julian Ross), capitano della squadra Mambo di Tokyo. Di base è un centrocampista offensivo in grado tuttavia di esprimersi in qualsiasi posizione. Cresciuto in una famiglia molto ricca, Julian Ross soffre di una malattia cardiaca congenita, che gli ha procurato il soprannome di “campione di vetro”: questo non gli ha impedito tuttavia di sviluppare il suo enorme talento, che mette al servizio della sua squadra pur nel limite di non poter giocare per più di quindici minuti a partita. A questi limiti, Julian sopperisce con grande senso tattico, che gli permette di dirigere il gioco dei compagni anche dalla panchina, in particolare attraverso l’organizzazione della linea difensiva e la puntuale applicazione del fuorigioco. Si è parlato di lui, di Julian Ross, lo scorso 20 aprile al Cavanis di Possagno. Perché dove c’è uno sportivo che soffre di una qualsiasi disabilità, da almeno tre anni lì c’è il Cavanis con l’evento “6Insuperabile”: è obiettivo della nostra scuola quello di educare i ragazzi a dribblare la difficoltà e a superare ogni abilità per realizzare il progetto unico che c’è dentro ciascuno di noi. A parlare di questi temi, appassionanti e formidabili, hanno incontrato i nostri studenti delle medie e delle superiori: Patrizio Sarto, direttore di Medicina dello Sport di Treviso; Roberto Rigoli, direttore dei Servizi sociali della nostra Uls; Matteo Gobbo, art director di 6Insuperabile; Diego Spadotto, direttore dell’Istituto Cavanis Canova di Possagno; Giampaolo Berton del gruppo di 6Insuperabile; Davide Giorgi, presidente del Comitato Paralimpico provinciale; Francesco Perissinotto il promotore sportivo di 6Insuperabile. Momento forte della mattinata è stata la proiezione del film “Il secondo tempo di Julian Ross”, già presentato e proiettato alla 79° Mostra del Cinema di Venezia dello scorso anno. In una sala gremita e silente, il cortometraggio ha raccontato la storia di Luca, giovane calciatore costretto a rinunciare alla carriera agonistica per una patologia al cuore. Il suo allenatore, Mister Fabio, ha cercato il modo migliore per fargli accettare questa difficile condizione, restituirgli il sorriso, farlo tornare a “giocare” e a far vincere la sua squadra.

Il 5x1000 al Cavanis, quest'anno
Il Cavanis di Possagno chiede a tutti, davvero a tutti ...
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